Chi aiutiamo
0-3 anni
Neonati
e prima infanzia
Il periodo neonatale e quello immediatamente successivo rappresentano il momento di passaggio da un funzionamento fisiologico ad uno psicologico.
Sebbene sia importante che alcune competenze siano raggiunte entro i tre anni, ogni bambino ha i suoi tempi ed è è normale che vi siano differenze tra un bambino e l’altro nel raggiungere le tappe di crescita: alcuni possono essere rapidi nell’acquisizione delle varie autonomie, altri più lenti, senza che questo comporti necessariamente un problema o un ritardo specifico nello sviluppo.
SINTOMI
Tuttavia alcuni sintomi probabilmente suscitano la tua preoccupazione come genitore per la loro intensità e frequenza, in questi casi è opportuno considerare la necessità di un approfondimento per capire se si tratta di normali reazioni alle fasi di crescita o si stia organizzando un complesso patologico che richiede un intervento terapeutico.
Si possono verificare in questa fase delle difficoltà nel gestire efficacemente gli stati emotivi e fisiologici legati, ad esempio, all’alimentazione o al sonno e all’addormentamento, a risposte comportamentali che possono essere poco o eccessivamente reattive. Ansie, paure, traumi relazionali precoci possono manifestarsi con sintomi che è necessario differenziare da stati fisiologici.
TERAPIA
Dopo un’accurata valutazione del disagio e del bisogno attraverso alcuni colloqui di prima consultazione con i genitori e di osservazione dell’interazione genitori-bambino verrà considerata l’opportunità di coinvolgere il bambino in un percorso di cura oppure di aiutare i genitori a gestire loro stessi il problema attraverso l’aiuto guidato di uno specialista.
Nel caso in cui l’intervento sia centrato sul bambino è previsto il coinvolgimento di varie figure professionali che potrebbero avere un ruolo rilevante sia nella fase di valutazione che terapeutica: pediatra, neuropsichiatra, osteopata neonatale, psicoterapeuta infantile.
Diagnosi psicopatologiche
- Disturbi del sonno
- Disturbi dell’alimentazione e della nutrizione
- Disturbi dell’enuresi e dell’encopresi
- Disturbi d’ansia
- Disturbi della stabilità delle emozioni
- Disturbi depressivi
- Disregolazione dell’umore
- Reazioni prolungate alla perdita
- Disturbi dell’adattamento
- Disturbi traumatici da stress
- Disturbi reattivi dell’attaccamento
- Disturbo del comportamento dirompente e oppositivo
- Disturbi regolatori dell’elaborazione sensoriale
- Deficit dell’attenzione e disorganizzazione
- Compromissione nelle prestazioni intellettuali / scolastiche
- Disturbi neuroevolutivi della relazione e della comunicazione
Diagnosi osteopatiche
- Difficoltà di controllo postulare e i ritardi dello sviluppo neuromotorio
- Plagiocefalia
- Torcicollo
- Posizioni fissate in inclinazione del capo e\o del corpo
- Incompetenze posturali e motorie rispetto all’età
- Disturbi del sonno
- Disturbi della nutrizione e delle funzioni gastrointestinali
- Difficoltà di suzione
- Coliche e reflusso
- Stipsi
- Disturbi d’ansia
- Irritabilità e irrequietezza tale da compromettere lo sviluppo
- Iper-reattività
- Disturbi neurologici e motori dovuti a traumi perinatali o a sindromi
- Ipertono e ipotono
- Esiti da ipossia o ischemia
- Sviluppo globale lento
- Sindromi (Down)
- Esiti da interventi, aderenze, cicatrici
4-11 anni
Bambini
L’adolescenza è un periodo di cambiamento e di passaggio da una condizione infantile all’età adulta. Questo periodo che può essere più o meno lungo e diverso da individuo a individuo, è solitamente caratterizzato da momenti di difficoltà emotive legate alle trasformazioni psichiche e fisiche.
Quella che viene comunemente definita come “crisi adolescenziale” è per la maggior parte delle persone un passaggio obbligato. Infatti, in un tempo relativamente breve il corpo cresce, si scopre la sessualità, le relazioni diventano più intense e l’affermazione/individuazione di sé può comportare anche il rifiuto dei valori fino a quel momento condivisi con la famiglia.
L’esito di questa difficile fase di crescita comporta nella maggior parte dei casi il raggiungimento di una maggiore stabilità emotiva e maturità; in alcuni casi tuttavia le tensioni di questa transizione possono far emergere sintomi che hanno a che vedere con un esordio psicopatologico o con lo strutturarsi di disturbi di personalità. Insieme a sentimenti di passione e coinvolgimento possono emergere dubbi, paure, ansie che creano dei veri e propri blocchi nello svolgimento delle attività quotidiane, come per esempio il rifiuto della scuola.
Stati depressivi, ritiro sociale, disordini nel ciclo sonno-veglia o nell’alimentazione possono essere un segnale di disagio emotivo.
In alcuni casi, importanti variazioni del carattere, dell’umore o del comportamento possono significare il manifestarsi di traumi cumulativi o silenti avvenuti nelle fasi precedenti di sviluppo. In tutti questi casi è necessario un approfondimento diagnostico.
TERAPIE
Le “crisi adolescenziali” che si presentano in quelle situazione in cui i sintomi sono legati ai cambiamenti tipici di questa età hanno una risoluzione relativamente rapida e spesso la psicoterapia o una terapia psicoanalitica rappresentano l’intervento più efficace.
In altri casi un’attenta valutazione dall’equipe e dello psicologo dell’adolescenza, anche attraverso test psicodiagnostici, rileva delle problematiche più profonde legate non solo al periodo dell’adolescenza ma anche al temperamento alla storia personale e alle precedenti tappe dello sviluppo.
Queste situazioni non devono essere confuse con la crisi tipica di quest’età e a seconda della diagnosi possono richiedere oltre che un intervento psicoterapeutico più prolungato anche l’assunzione di una terapia farmacologica che agisca sui sintomi.
Diagnosi psicopatologiche
- Disturbi dell’umore
- Disturbi d’ansia
- Disturbi correlati a eventi di vita e a condizioni stressanti
- Disturbi del comportamento alimentare
- Anoressia nervosa
- Bulimia nervosa
- Disturbi da comportamento dirompente
- Disturbi psicotici
- Disturbi Neuropsicologici
Diagnosi osteopatiche
- Asimmetrie posturali
- Lombalgie e cervicale
- Dolori muscolari
- Traumi
- Cefalea
- Otiti e sinusiti ricorrenti
- Asma, bronchiti, polmoniti
- Malocclusioni e ortodonzia
- Disturbi delle abilità motorie
- Disturbi del movimento
- Disturbo dell’elaborazione visuo-spaziale
- Compromissione della memoria
- Disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività
- Difficoltà nelle funzioni esecutive
- Deficit cognitivi
- Disturbi dello sviluppo
- Disturbi della regolazione
- Disturbi dell’alimentazione
- Disturbi dell’enuresi
- Disturbi dell’encopresi
- Disturbi del ritmo sonno-veglia
- Disturbi dell’attaccamento
- Enuresi
- Disturbo dell’apprendimento
- Deficit dell’attenzione
- Ritardo neuromotorio
- Sindromi genetiche (Down)
- Irritabilità
- Ipertono-ipotono
12-19 anni
Adolescenti
L’adolescenza è un periodo di cambiamento e di passaggio da una condizione infantile all’età adulta. Questo periodo che può essere più o meno lungo e diverso da individuo a individuo, è solitamente caratterizzato da momenti di difficoltà emotive legate alle trasformazioni psichiche e fisiche.
Quella che viene comunemente definita come “crisi adolescenziale” è per la maggior parte delle persone un passaggio obbligato. Infatti, in un tempo relativamente breve il corpo cresce, si scopre la sessualità, le relazioni diventano più intense e l’affermazione/individuazione di sé può comportare anche il rifiuto dei valori fino a quel momento condivisi con la famiglia.
L’esito di questa difficile fase di crescita comporta nella maggior parte dei casi il raggiungimento di una maggiore stabilità emotiva e maturità; in alcuni casi tuttavia le tensioni di questa transizione possono far emergere sintomi che hanno a che vedere con un esordio psicopatologico o con lo strutturarsi di disturbi di personalità. Insieme a sentimenti di passione e coinvolgimento possono emergere dubbi, paure, ansie che creano dei veri e propri blocchi nello svolgimento delle attività quotidiane, come per esempio il rifiuto della scuola.
SINTOMI
Stati depressivi, ritiro sociale, disordini nel ciclo sonno-veglia o nell’alimentazione possono essere un segnale di disagio emotivo.
In alcuni casi, importanti variazioni del carattere, dell’umore o del comportamento possono significare il manifestarsi di traumi cumulativi o silenti avvenuti nelle fasi precedenti di sviluppo. In tutti questi casi è necessario un approfondimento diagnostico.
TERAPIE
Le “crisi adolescenziali” che si presentano in quelle situazione in cui i sintomi sono legati ai cambiamenti tipici di questa età hanno una risoluzione relativamente rapida e spesso la psicoterapia o una terapia psicoanalitica rappresentano l’intervento più efficace.
In altri casi un’attenta valutazione dall’equipe e dello psicologo dell’adolescenza, anche attraverso test psicodiagnostici, rileva delle problematiche più profonde legate non solo al periodo dell’adolescenza ma anche al temperamento alla storia personale e alle precedenti tappe dello sviluppo.
Queste situazioni non devono essere confuse con la crisi tipica di quest’età e a seconda della diagnosi possono richiedere oltre che un intervento psicoterapeutico più prolungato anche l’assunzione di una terapia farmacologica che agisca sui sintomi.
- Disturbi di personalità
- Disturbi psicotici
- Disturbo psicotico breve
- Schizofrenia e disturbo schizoaffettivo
- Disturbi dell’umore
- Disturbi d’ansia
- Fobie
- Disturbo da attacco di panico
- Disturbo d’ansia generalizzato
- Disturbo ossessivo-compulsivo e correlati
- Disturbo di dismorfismo corporeo
- Disturbo da stress acuto e disturbo da stress post-traumatico
- Disturbi del comportamento alimentare
- Disturbi del sonno
- Disturbi da comportamento dirompente
- Disturbi della condotta
- Disturbo oppositivo provocatorio
- Disturbo da dipendenza da internet
Dai 19 anni
Adulti
L’età adulta è quella fase della vita in cui la personalità e l’identità sono consolidate, e con esse l’area emotiva, l’area cognitiva e quella comportamentale, la capacità di controllo e la regolazione degli stati emotivi.
Dopo l’adolescenza si è generalmente chiamati ad affrontare una serie di importanti scelte che definiranno le esperienze affettive, lavorative e sociali e che avranno ripercussioni in termini di soddisfazione, realizzazione e benessere o, al contrario, di frustrazione e sofferenza.
L’adulto si confronta con la dimensione della complessità: tende infatti a percepire uno stato di equilibrio quando sente di realizzarsi nei diversi ambiti dell’esistenza e quando riesce a coniugare le soggettive necessità di appagamento e gratificazione con le richieste ambientali-sociali.
La sofferenza è parte dell’esperienza umana e non necessariamente significa patologia. Non sempre è facile discriminare queste due dimensioni e capire quando è opportuno chiedere aiuto, anche perché il disagio può irrompere nella vita dell’individuo in modo molto chiaro ed esplicito, ma anche manifestarsi in modo più o meno mascherato e implicito.
SINTOMI
È opportuno chiedere aiuto quando ci si ritrova, in tempi e situazioni diverse, alle prese sempre con le stesse difficoltà e quando queste forniscono un livello di interferenza tale per cui viene compromessa la propria serenità, a volte la capacità di affrontare il quotidiano o la possibilità di provare piacere.
Spesso si cerca il parere di un clinico quando si devono affrontare situazioni oggettivamente impegnative come lutti, separazioni, cambiamenti di vita o conseguenze di eventi vissuti come traumatici. Diventa importante rivolgersi a specialisti in presenza di sintomi di rilevanza clinica come: ansia, attacchi di panico, disturbi dell’umore, idee ossessive, disturbi del sonno, disturbi dell’alimentazione, disturbi psicosomatici ecc.) che tendono a persistere.
TERAPIE
Il percorso terapeutico a orientamento psicodinamico procede attraverso un lavoro introspettivo che consente di giungere a una comprensione profonda di sé, delle proprie reazioni e delle proprie difficoltà, di dare un significato ai sintomi, collegare eventi della propria storia passata alle difficoltà presenti.
Il percorso terapeutico permette di comprendere ciò che è alla base della sofferenza psichica, nonché un conseguente miglior utilizzo delle proprie risorse interne. Il sintomo è da considerarsi come un importante campanello d’allarme che segnala un disagio più profondo che va compreso per poter essere superato.
- Disturbi di personalità
- Disturbi psicotici
- Disturbo schizotipico
- Schizofrenia e disturbo schizoaffettivo
- Disturbi dell’umore
- Disturbi d’ansia
- Fobie
- Disturbo da attacco di panico
- Disturbo ossessivo-compulsivo e correlati
- Disturbo di dismorfismo corporeo
- Disturbo da stress acuto e disturbo da stress post traumatico
- Disturbi del comportamento alimentare
- Disturbi del ritmo sonno-veglia
- Disturbi da comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta
Di tutte le età
Genitori
La nascita di un figlio porta con sé intensi sentimenti di realizzazione e appagamento ma anche grandi ansie e insicurezze. Mettere al mondo un figlio, infatti, non rende automaticamente competenti e richiede di affrontare un grande cambiamento sia personale che nei precedenti equilibri di coppia.
Diventare genitori segna il delicato passaggio da una relazione a due, fisiologicamente più semplice e a volte, inconsciamente, vissuta come più sicura, a una relazione a tre. Questa riorganizzazione psichica che coinvolge sia il padre sia la madre implica inevitabilmente un incremento della complessità e della responsabilità che può sollecitare emozioni ambivalenti.
La coppia si trova a dover definire un nuovo funzionamento in grado di garantire uno spazio emotivo dove non ci sia conflittualità bensì complementarietà.
La difficoltà dell’essere genitore è ben espressa dalla necessità di coniugare accoglienza affettiva e normatività e dalla necessità di adeguare continuamente la relazione genitore-figli con i mutevoli bisogni di ogni fase evolutiva per garantire una buona sintonizzazione emotivo-relazionale e il giusto sostegno.
Oltre che dalla fase evolutiva vissuta dal figlio, il modo in cui si esprime la genitorialità è condizionata da diversi fattori: soggettivi (personalità di genitori e figli), familiari (famiglia tradizionale, famiglia monoparentale, famiglia allargata ecc.), ambientali-sociali (limiti e risorse esterne, aspetti culturali).
SINTOMI
In genere il bisogno di un percorso di sostegno alla genitorialità è reso evidente da:
- difficoltà dei figli (problematiche fisiche o psichiche, anche crisi adolescenziali difficili da capire e fronteggiare);
- difficoltà della coppia in caso di separazione, lutti o traumi;
- difficoltà nella gestione delle relazioni (difficoltà a gestire affettività e normatività, a comprendere vissuti e bisogni dei singoli, alta conflittualità ecc.);
- sentimenti di colpa, inadeguatezza, impotenza, angosce del genitore nel vivere il proprio ruolo;
- mancanza di accordo tra i genitori sulla linea educativa da seguire per fornire un messaggio chiaro, coerente e, pertanto, rassicurante.
TERAPIA
Un percorso di sostegno alla genitorialità si pone l’obiettivo di capire e migliorare le relazioni con i figli, rinforzare le competenze e ridurre le conflittualità per supportarne la crescita (in tutti i suoi aspetti fisici e psichici), aumentare il benessere familiare.
Seguendo un orientamento psicodinamico ciò è reso possibile dall’aumento della consapevolezza della grande complessità che caratterizza l’esperienza genitoriale.
È importante conoscere la storia familiare e individuale in modo da poter giungere a una comprensione più profonda dei modelli interiorizzati e delle dinamiche relazionali che giungendo, in seguito, alla maturazione di uno stile relazionale che sia portatore dei significati, valori e rappresentazioni che i genitori intendono trasmettere ai propri figli.
Con figli di qualsiasi età
Maternità e gravidanza
La maternità inizia con il desiderio di un figlio e la gravidanza è una delle fasi di questa esperienza fatta di attesa, imprevedibilità, a volte di scoraggiamento e timore oltre che di felicità e piacere.
La gravidanza nella maggior parte delle situazioni può portare a un sentimento di benessere e pienezza esistenziale, soprattutto se accompagnata dal sostegno del partner e della rete sociale.
Le emozioni si attivano e si organizzano a partire dai cambiamenti del corpo, dalla percezione dei movimenti del nascituro che possono essere più o meno intensi, piacevoli e spiacevoli.
La gravidanza comporta un’importante opportunità di crescita e maturazione psichica individuale e di coppia, ma anche un grande carico di lavoro a livello emotivo, affettivo e relazionale. È un complesso e continuo processo che riorganizza e ristruttura l’identità femminile e lo spazio mentale delle fantasie, delle emozioni, dei desideri, dei sogni, residenza di legami, di affetti, di relazioni nuove.
Dal cambiamento corporeo si attivano anche antiche memorie che ripercorrono la propria nascita e crescita al fine di creare uno spazio emotivo e fisico per il bambino.
SINTOMI
Prima della gravidanza
La ricerca di una gravidanza non coincide con la sua realizzazione e il percorso per concretizzare questo desiderio può essere talvolta difficile e lungo. Aborti spontanei, poliabortività o altri problemi ginecologici o organici che ostacolano questo progetto possono suscitare sentimenti di inadegatezza, ansia e depressione.
La scelta di intraprendere un percorso di fecondazione medico-assistita richiede un sostegno psicologico alla donna o alla coppia necessario per affrontare in modo equilibrato questa decisione.
Gravidanza
L’aspettativa del parto, i pensieri relativi al proprio futuro ruolo genitoriale e ai cambiamenti che avverranno nella vita della madre e nella coppia possono essere una fonte di entusiasmo come di preoccupazione. In questo processo alcune angosce possono trovare una loro normalizzazione e essere superate mentre altre, talvolta legate a qualche aspetto della propria storia personale, possono essere più invasive e destabilizzanti.
Lo stress emotivo che persiste nel tempo può generare sentimenti ambivalenti e conflittuali.
Post partum
Dopo il parto la madre si trova in una sorta di mancanza di punti di riferimento assistenziali e sanitari, dopo che per 9 mesi i controlli ecografici, gli esami diagnostici prenatali, le visite ginecologiche hanno scandito il suo tempo e la responsabilità del benessere del bambino è stata condivisa con i medici. I primi giorni e mesi a casa dopo il parto prevedono compiti importanti da affrontare come l’allattamento e l’accudimento primario così come il costituirsi del rapporto tra madre e bambino che determinerà la qualità dell’attaccamento e dello sviluppo successivo. Si possono verificare in questo periodo profondi vissuti di solitudine, tristezza, baby blues, depressione post-partum.
TERAPIE
Un percorso che abbia la finalità di sostenere la madre e la coppia prima, durante e dopo la gravidanza può avvenire sia attraverso colloqui di sostegno sia mediante contatti e collaborazione con il ginecologo e successivamente con il pediatra.
In funzione delle esigenze potrebbe essere opportuno anche ricorrere alla consulenza della nutrizionista per una migliore gestione dell’alimentazione in gravidanza e durante lo svezzamento e dell’osteopata per la valutazione neonatale e post partum in caso di parto cesareo.
Diagnosi osteopatiche
- Preparazione al parto nei 3 trimestri
- Lombalgia
- Sciatalgia
- Cervicalgia
- Dolori al coccige
- Disturbi di ritenzione dei liquidi
- Disturbi digestivi, nausea
- Disfunzioni del pavimento pelvico
- Dolori al bacino nel post partum
- Esiti da parto cesareo, cicatrici, aderenze, disestesie
- Amenorrea-dismenorrea primaria
- Nevralgia del pudendo
- Vestibolite-vulvodinia